Business plan

Pianificare è un’esigenza per l’imprenditore; a differenza di ciò che avviene in diverse aree del mondo, quella che sembra una apparente ovvietà si dimostra un concetto non ancora così fortemente radicato nella cultura imprenditoriale del nostro Paese, o almeno non così diffuso soprattutto fra le piccole e medie imprese che da sempre rappresentano il fulcro del tessuto economico nazionale.
Nella corretta gestione di un’impresa l’approssimazione progettuale rappresenta forse il rischio maggiore. Un progetto imprenditoriale non dettagliatamente pianificato può abortire sul nascere e causare il fallimento di una nuova iniziativa, ma può anche compromettere seriamente un’azienda ben avviata.

Redigere un corretto piano d’impresa serve in primo luogo all’imprenditore per valutare la fattibilità di una qualunque iniziativa, per capire se i benefici ad essa correlati siano superiori ai rischi cui si andrà incontro.
Il business plan altro non è che la stesura del progetto imprenditoriale supportato dall’analisi delle varie componenti in gioco, che permette, in via preventiva, di considerare e valutare i rischi e le opportunità dell’iniziativa che si intende realizzare.
Accedere al credito bancario, richiedere agevolazioni pubbliche, promuovere nuovi rapporti commerciali, ottenere certificazioni di qualità o ambientali, sono solo alcuni dei principali scopi per cui può essere necessario ed opportuno redigere un business plan.
È chiaro che, a seconda delle finalità, la POLARIS MANAGEMENT SRL presterà un servizio tarato alle esigenze dell’azienda: il business plan assumerà connotati differenti se impiegato come strumento di controllo interno alla struttura, quindi teso a mettere in luce gli eventuali elementi di criticità del progetto, o quale strumento esterno alla struttura, quindi teso a evidenziarne i punti di forza. In definitiva il Business Plan è un ottimo strumento per:

-Valutare la fattibilità di una nuova iniziativa;

-Valutare nuovi programmi di investimento;

-Monitorare e controllare le dinamiche di sviluppo dell’attività;

-Richiedere finanziamenti esterni;

-Concorrere ad agevolazioni pubbliche;

-Promuovere nuovi rapporti commerciali;

-Conseguire certificazioni ambientali e di qualità;

Basilea 2

L’analisi economico finanziaria dell’impresa diventa fondamentale con il nuovo accordo internazionale di “Basilea 2”. Di fatto, le imprese si troveranno molto presto ad essere valutate dalle banche attraverso lo strumento del rating che porterà a rivoluzionare il tradizionale rapporto banca-impresa. Laddove oggi, alla base dell’affidamento bancario vi è soprattutto la conoscenza ed il rapporto con l’imprenditore, domani la valutazione della banca avverrà sulla base di dati oggettivi riguardanti l’impresa, con margini discrezionali molto ridotti. Il recepimento delle nuove disposizioni produrrà un effetto di carattere restrittivo nei confronti delle imprese, in quanto le attività con minore qualità creditizia (tipicamente le piccole e medie imprese) vedranno peggiorare le condizioni loro praticate con una riduzione del credito bancario e un aumento dei tassi di interesse sui prestiti. Le imprese che dimostreranno maggiore solvibilità, si finanzieranno a condizioni migliori.

Rating letteralmente vuol dire valutazione. Valutazione, quindi della credibilità di un’impresa e della sua capacità di credito. Gli Istituti di credito, attraverso specifiche metodologie di valutazione, posizioneranno la propria clientela in classi differenti di rischio, cui corrisponderà una diversa probabilità di insolvenza. Le classi di rating dovranno, in sostanza, rispondere all’unica esigenza di graduare il rischio di credito. Il Rating bancario sarà condizionato:

-Dalle caratteristiche proprie dell’azienda cliente: capacità storica e futura di generare liquidità, struttura patrimoniale, flessibilità finanziaria, qualità dei ricavi, qualità e tempestività delle informazioni, management, posizione nel settore, etc…;

-Dalle caratteristiche e andamento del settore in cui opera l’azienda;

-Dall’andamento del rapporto banca/azienda: analisi di tutti gli elementi che la banca può desumere dal rapporto storico con il cliente (utilizzo di affidamenti, sconfini, insoluti, ecc……);

-Dall’andamento del rapporto azienda/sistema bancario, tipicamente dati desumibili dalla Centrale dei Rischi e da strumenti analoghi.

Il rischio principale per le piccole e medie imprese è che le banche adottino, con le regole di Basilea 2, una politica restrittiva del credito. La riforma imporrà, di fatto, ad aziende e istituti di credito, un cambiamento rilevante legato all’introduzione e al rafforzamento di strumenti di valutazione quantitativa (rating) nella distribuzione del capitale bancario. Lo strumento del Rating si baserà su diversi pilastri, tra i quali: analisi di bilancio, storia del rapporto creditizio, valutazioni qualitative. Per le aziende a rischio, il rating sarà un campanello d’allarme per migliorare la gestione dell’attività. Un messaggio chiaro per la maggior parte delle piccole e medie imprese attive sul territorio: bilanci più trasparenti, capacità di programmazione e sviluppo del business.

Analisi dei flussi economici

L’attenzione principale è rivolta verso gli indici di redditività che si ottengono rapportando valori di conto economico con grandezze di stato patrimoniale. Gli indici più usati sono:

-ROI (redditività del capitale da remunerare): indica la capacità di remunerare le risorse finanziarie proprie e di terzi. (tale indice deve essere confrontato con i tassi finanziari correnti e possibilmente deve essere superiore per attirare con più facilità capitale di rischio e di credito).

-ROA (redditività sulle attività): esprime la redditività operativa rispetto al totale delle attività. (questo indice serve a verificare l’economicità della gestione caratteristica in relazione alle risorse utilizzate, misurando così, l’efficienza delle scelte aziendali).

-ROS (redditività delle vendite): misura il margine sui ricavi. (tale indice esprime la redditività delle vendite valutata al netto dell’incidenza della gestione finanziaria e straordinaria).

-Turnover capitale investito che misura il volume dei ricavi originati da ogni unità di risorse impiegate.

-ROE (redditività del capitale netto) questo indice permette di fare due constatazioni: a) permette di stimare quanto rendono i capitali investiti all’interno dell’azienda in relazione agli obiettivi fissati; b) fanno percepire il grado di capacità dell’azienda di fare scelte efficienti

-Incidenza della gestione extra–caratteristica esprime l’effetto economico della gestione finanziaria e straordinaria.

Analisi dei flussi finanziari

È indispensabile conoscere la dinamica finanziaria di un’azienda, evidenziando così eventuali variazioni sulla struttura patrimoniale, gli impieghi di risorse e le fonti utilizzate per la loro copertura. Per fare questo tipo di analisi, è indispensabile raffrontare almeno due stati patrimoniale consecutivi e calcolare le eventuali variazioni intervenute tra gli impieghi e le fonti.

Successivamente le variazioni calcolate vanno integrate con i dati del conto economico del periodo; il risultato di periodo se positivo assume significato di fonte (aumento del patrimonio netto) se negativo assume significato di impiego (diminuzione del patrimonio netto).

Alle variazioni determinate vanno apportate delle rettifiche, ovvero: a) il principio di competenza (esempio il processo di ammortamento che porta all’iscrizione del conto economico di costi non monetari a cui non corrispondono variazioni di risorse finanziarie); b) movimenti contabili che non producono alcun flusso finanziario (esempio destinazione degli utili a riserva che determina solo una diversa composizione del patrimonio netto, ininfluente dal punto di vista finanziario).

Analisi di struttura

Questa analisi prende in esame esclusivamente le voci di stato patrimoniale e viene fatta per valutare il sistema degli impieghi di capitale e delle fonti di finanziamento. Dalla semplice contrapposizione degli elementi attivi e passivi è possibile stabilire le condizioni di equilibrio finanziario e patrimoniale dell’azienda. Al fine di valutare l’equilibrio finanziario dell’azienda vengono utilizzati diversi indici, tra i quali:

-L’indice Margine di Tesoreria, che indica se l’azienda è in grado, nel breve periodo, di assolvere ai propri impegni facendo uso esclusivo delle proprie risorse monetarie;

-L’indice di liquidità immediata: un valore del margine di tesoreria positivo e dell’indice di liquidità immediata > 1 indica che l’azienda è in grado di fronteggiare, nel corso dell’esercizio, tutti i suoi impegni usando esclusivamente le proprie risorse finanziarie. Discorso inverso qualora i risultati dei due indici siano opposti a quelli sopra indicati;

-Il capitale circolante netto, che è rappresentativo dell’equilibrio finanziario dell’azienda;

-L’indice di liquidità corrente che indica se l’azienda è in grado di pagare i suoi creditori facendo uso delle sole entrate generate dalle attività circolanti, oppure se per fronteggiare i suoi creditori dovrà necessariamente far ricorso a mezzi presi a prestito o ad aumenti dei mezzi propri;

-Il margine di struttura, che ci da il grado di copertura degli impieghi produttivi dal solo capitale di rischio versato o reinvestito.

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